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Dopo tre anni di battaglia legale, Apple vince la causa contro un riparatore indipendente davanti alla Corte Suprema di Norvegia

Oggi è un triste giorno per il movimento per il diritto alla riparazione. Henrik Huseby, riparatore indipendente norvegese, ha perso la sua battaglia legale contro Apple, società che in Borsa vale più di 1.000 miliardi di dollari, davanti alla Corte Suprema norvegese. Con questa decisione, Apple, che non permette l’accesso ai pezzi di ricambio originali ai riparatori indipendenti, può continuare a impedire l’accesso a pezzi di ricambio ricondizionati o usati per la riparazione dei telefoni che produce e vende.

Apple ha affermato che Henrik Huseby importava schermi di iPhone “contraffatti”. Henrik Huseby si è difeso spiegando che gli schermi che usava per le riparazioni erano schermi ricondizionati che non “vendeva” mai ai suoi clienti come componenti Apple “originali”.

Da tener presente:

La vicenda giudiziaria “Apple contro Henrik Huseby” ha avuto tre momenti. Nel 2018, la Corte Distrettuale di Oslo aveva giudicato che Henrik Huseby non violasse il marchio registrato Apple visto che non diceva ai clienti di usare pezzi di ricambio nuovi ed originali. Nel 2019, la Corte d’Appello ha giudicato invece che gli schermi importati da Henrik Huseby erano copie illegali. Il caso fu quindi portato davanti alla Corte Suprema.

“Questa è una grande vittoria per società come Apple che vogliono cancellare le piccole attività commerciali come la mia e controllare il mercato delle riparazioni. Potranno così continuare a dire che il costo della sostituzione dello schermo è equivalente all’acquisto di un nuovo telefono, e che quindi la riparazione non vale nulla. Stanno eliminando i loro concorrenti e creando un monopolio” dice Henrik Huseby dopo la sentenza.

Henrik Huseby ha corso un grosso rischio nel portare questo caso fino alla Corte Suprema. Nella stessa situazione la maggior parte dei riparatori professionisti hanno ceduto alle intimidazioni di Apple evitando così processi e elevate spese legali.

Nella sua battaglia, Henrik Huseby ha ricevuto un sostegno finanziario di €10.000 da una donazione raccolta attraverso crowdfunding da parte di centinaia di donatori dalla Norvegia, dall’Europa e dal resto del mondo. Dopo aver coperto le spese dei suoi appelli, ora Henrik Huseby si trova davanti a una situazione finanziaria molto difficile. Deve pagare la parcella dei suoi avvocati e versare €23.000 a Apple.

La proprietà intellettuale come arma inscritta nel design Apple

I giudici norvegesi hanno preso la loro decisione unicamente sulla base della violazione del marchio registrato sugli schermi, particolari tecnici che non sono visibili all’utente. Non hanno ritenuto opportuno riesaminare la sentenza della Corte d’Appello, anche se Henrik Huseby ha continuato a sostenere che si trattava di schermi ricondizionati.

Gli schermi ricondizionati sono lavorati da aziende cinesi che rimuovono il vetro rotto dal LCD originale Apple e applicano un nuovo vetro. Nella maggior parte dei casi, il resto dell’assemblaggio è l’originale, che viene quindi riutilizzato. Solo il vetro è prodotto da un fornitore terzo.

Come dice Henrik Huseby, Apple usa la legge sulla proprietà intellettuale come “arma” per marcare ciascun componente dei suoi schermi con molteplici logo e codici QR, sapendo che il mercato grigio cinese non si preoccupa dei riparatori che operano in paesi dove la proprietà intellettuale è applicata in modo stretto. Questo crea una sorta di scommessa per i riparatori che importano pezzi di ricambio a prezzi competitivi dalla Cina. Apple può, in ogni momento, esigere dalle autorità doganali il sequestro dei pezzi di ricambio ricondizionati.

Allo stesso tempo, Apple rifiuta di vendere pezzi di ricambio originali ai riparatori indipendenti in Europa. A cui non resta che acquistare pezzi di ricambio generici di minor qualità, ricondizionati o usati, come quelli di cui Henrik Huseby si è rifornito.

L’utilizzo aggressivo della proprietà intellettuale da parte di Apple per eliminare i riparatori indipendenti porterà inevitabilmente all’aumento dei prezzi per i cittadini, nel caso rimanesse come unica opzione quella di rivolgersi ai riparatori Apple autorizzati, più cari, i soli ad aver accesso a pezzi di ricambio nuovi ed originali. Per esempio, mentre Apple in Norvegia chiede 1959.75 corone norvegesi (equivalenti a €185) per un servizio via posta di sostituzione dello schermo di un iPhone 6s, i servizi di assistenza autorizzati da Apple in Norvegia chiedono 2699 corone norvegesi (equivalenti a €255), tre volte quello che chiede Henrik Huseby, e cioè 800 corone norvegesi (equivalenti a €75).

Questa politica va contro la volontà dei cittadini europei e contro le priorità climatiche. Una recente inchiesta Eurobarometro della Commissione Europea indica che 8 europei su 10 ritengono che i fabbricanti di dispositivi elettronici debbano essere tenuti a rendere la riparazione e la sostituzione di componenti più facile ed accessibile. E il costo per il pianeta è molto alto, dato che il prezzo elevato delle riparazioni spinge i cittadini a sostituire i dispositivi elettronici con sempre maggior frequenza. Uno studio della EEB dimostra che prolungare la vita degli smartphones europei anche di un solo anno farebbe risparmiare, in termini di emissioni di CO2, l’equivalente di un milione di veicoli in meno in circolazione.

“E chiaro che la legge non tutela le persone ed il pianeta. E ora che la legge si adegui”

Chloe Mikolajczak, Attivista della campagna europea per il Diritto alla Riparazione.

“Questo caso è la dimostrazione che, da un lato, Apple usa il suo potere per mettere pressione sulle autorità norvegesi e controllare il processo di riparazione e che, dall’altro, il quadro legislativo non è adatto al momento storico che stiamo vivendo. Estendere la durata di vita attraverso la riparazione è il miglior modo per ridurre l’impatto ambientale, e i pezzi di ricambio ricondizionati sono la soluzione più sostenibile ed economica”.

Quali sono i prossimi passi

La campagna europea per il Diritto alla Riparazione ha aiutato Henrik Huseby a raccogliere i fondi necessari per finanziare la sua battaglia ed è ora impegnata per ottenere che misure vengano prese per evitare che altri riparatori si trovino nella stessa situazione di Henrik Huseby.

Spingiamo la Commissione Europea ad essere responsabile nel suo impegno per il “Diritto alla Riparazione” iscritto nel Piano d’Azione per l’Economia Circolare, per garantire disponibilità di pezzi di ricambio accessibili ed originali per tutti i dispositivi elettronici sia per i professionisti della riparazione che per i cittadini.

Firma la petizione

Per informare la Commissione Europea della vittoria contro l’ambiente e contro la competitività, di Apple in Norvegia, stiamo mandando una lettera al Commissario Europeo alla Concorrenza Vestager e ai Parlamentari Europei di diversi gruppi politici.

Testo originale: https://repair.eu/news/apple-crushes-one-man-repair-shop/

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